Scrive Vanni Sandro rivolgendosi pubblicamente a Costante... "In ogni caso resta la questione di fondo: se non mi sento politicamente vincolato alla linea politica di un partito e voglio le mani libere, me ne sto` al di fuori (rinunciando pero` a partecipare al dibattito interno e alle scelte del partito). Quello che a te scandalizza a me sembra puro buon senso." Io non m'intendo di come funzionano i partiti, sottopongo quindi alle critiche dei lettori la mia interpretazione. Quel "me ne sto` al di fuori" no significa forse "rinuncio al supporto del partito" in termini di organizzazione, strutture, propaganda e finanziamento della campagna elettorale? Questa regola introdotta negli statuti, che chiamate "mandato imperativo", non ha come effetto collaterale (se non principale) quello di far si` che una maggioranza interna del 60% (per esempio) possa padroneggiare il 100% delle risorse economiche (ma non solo) del partito esercitando cosi` un forte potere "persuasivo" sulle posizioni politiche di minoranza? Che in tutti i partiti la politica sia influenzata dai flussi di denaro non mi scandalizza... Pero` un po' meno ipocrisia gioverebbe molto alla comprensione...